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La performance partecipata “Non siamo niente, saremo tutto” per Altre Latitudini alle Manifatture Knos

17 Novembre @ 19:00 23:30

DOMENICA 17 NOVEMBRE ALLE MANIFATTURE KNOS DI LECCE PROSEGUE “ALTRE LATITUDINI”. LA RASSEGNA DI PRINCIPIO ATTIVO TEATRO OSPITA “NON SIAMO NIENTE, SAREMO TUTTO”, UNA PERFORMANCE PARTECIPATA DI RAVENNA TEATRO E ZONA K.

La seconda edizione di Altre Latitudini si concluderà domenica 24 novembre alle 19:00 con la prima regionale di Ilva Football Club di Usine Baug & Fratelli Maniglio. Lo spettacolo, ispirato all’omonimo romanzo di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò (Kurumy, 2016), utilizza la metafora sportiva per raccontare il sacrificio di una città e il suo impatto sulla collettività. La vicenda della più grande acciaieria d’Europa si intreccia alla leggenda di una piccola squadra nata all’ombra delle ciminiere dell’Ilva, per rappresentare il dramma di una città martoriata, oggi Taranto, ma domani potrebbe essere un’altra. Ci mostra quanto ciò che accade ci coinvolga più di quanto possiamo immaginare.
Ingresso 10 euro (ridotto studenti 6 euro).
Info e prenotazioni 3894755191 – 3277372824.
Ufficio stampa
Coolclub – Società Cooperativa | Impresa Sociale ETS
via Corte dei Mesagnesi 30 – 73100 Lecce
Pierpaolo Lala – pierpaolo@coolclub.it – 3394313397
www.coolclub.it

Domenica 17 novembre alle Manifatture Knos in via Vecchia Frigole 36 a Lecce prosegue la seconda edizione di Altre Latitudini, rassegna di teatro contemporaneo, ideata e organizzata da Principio Attivo Teatro, con il sostegno di Ministero della Cultura e Regione PugliaAlle 19 (ingresso 10 euro | ridotto studenti 6 euro) in scena “Non siamo niente, saremo tutto“, una performance partecipata di Ravenna Teatro e Zona K. Dopo un laboratorio tenuto da giovedì a sabato, il regista Alessandro Renda e il dramaturg Jens Hillje, insieme all’attore Matteo Gatta, coinvolgeranno sul palco lavoratrici e lavoratori di diversi settori per esplorare vicende personali e affrontare il tema da prospettive differenti. L’intreccio delle esperienze diventa uno strumento di indagine per trasformare la dimensione collettiva in una narrazione condivisa, un coro che si fa opera d’arte totale e scultura sociale, risvegliando il desiderio di comunità e trovando nuove forme di rappresentazione della realtà attraverso il teatro.

Il “lavoro” come fil rouge. Il lavoro come aspirazione, come scelta obbligata, come fonte di sostentamento, ma soprattutto come motore che delinea le traiettorie, definisce autostima e convinzioni personali, rischia di plasmare i nostri valori e determina dove e con chi trascorriamo la maggior parte del tempo. Ma il lavoro definisce veramente chi siamo? Quanto risponde alle nostre aspettative? Quanto peso ha nella nostra vita e nelle scelte che facciamo? Può oggi rappresentare un punto di osservazione sullo stato di salute della società, soprattutto dopo la fase acuta dell’emergenza sanitaria? Non siamo niente, saremo tutto è la traduzione letterale di un verso de L’internazionale scritto dal poeta e rivoluzionario Eugène Pottier 150 anni fa. Un testo forse datato, talvolta ancora cantato come inno dei lavoratori, ma che ormai non trova quasi più un legame con l’oggi e lo stato del mondo del lavoro. Quanto condiziona le nostre esistenze il rispetto di una volontà o di una vocazione? Comprendere felicità o insoddisfazioni individuali ci aiuta a valutare il benessere collettivo? Siamo ancora capaci di considerarci un insieme di persone che lotta per un bene comune o siamo una somma di individui, monadi a sé stanti?

Alessandro Renda è attore, regista e filmmaker. Dal 1998 è membro del Teatro delle Albe di Ravenna. Prende parte a numerosi spettacoli della compagnia, da I Polacchi (1998) a L’isola di Alcina (2000), da Salmagundi (2004) a Stranieri (2008) da Inferno (2017) e Purgatorio (2019) tra gli altri. Porta in scena da oltre un decennio il monologo scritto da Marco Martinelli Rumore di acque (2010), con diverse tournée in Europa e negli Stati Uniti. Dal 2001 è “guida” nei laboratori della non-scuola, pratica teatral-pedagogica antiaccademica delle Albe, con diverse esperienze in Italia e all’estero. Dal 2003 si occupa di video, realizzando proiezioni per la scena o “traduzioni” in video di molti spettacoli della compagnia o documentari attorno a esperienze teatrali.

Jens Hillje dal 1990 lavora nella scena del teatro indipendente tedesco come attore, autore e regista. Nel 1996 ha fondato insieme a Thomas Ostermeier lo spazio ‘Barracke’ al Deutsches Theater. Dal 1999 fino al 2009 è Chief-dramaturg e membro della direzione artistica della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e la coreografa Sasha Waltz. In qualità di dramaturg lavora con i maggiori esponenti del teatro europeo. Nel 2000 crea ha creato il F.I.N.D Festival nel 2000 alla Schaubühne uno dei più rinomati festival in Germania. Dalla stagione 2013/14, Jens Hillje è co-direttore artistico e Chief-dramaturg del Gorki, insieme a Shermin Langhoff. Dal 2021 è free dramaturg. Nell’estate 2019 è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia.